TREKKING A MARETTIMO: L’EMOZIONANTE SCALATA DI PIZZO FALCONE

Quando sono stato per la prima volta  a Marettimo sono rimasto basito, non credevo ai miei occhi: un gioiello verde incastonato in un blu cobalto. Come uno smeraldo su di uno zaffiro blu! 

Pizzo Falcone, ultima cima a destra nella foto. Pizzo Capraro al centro e  Punta Campana a sinistra

Pensavo a quello che avevo letto… tutta la nostra Sicilia doveva essere così… meno male che è rimasta Marettimo a memoria di ciò. Mi auguro che non solo rimanga così ma possa diventare sempre più bella e preziosa, un contenitore verde della macchia mediterranea: della flora costiera fino a quasi toccare l’acqua, della gariga e del bosco e sottobosco ancora a tratti intatto.

Marettimo è molto apprezzata per il suo mare, meta di bagni fantastici e esplorazioni subacquee stupefacenti, uniche, al pari dell’altrettanto selvaggia Isola di Ustica. Ambedue aree marine protette. Ma Marettimo ha una marcia in più: le abitazioni sono solo limitate al paese… fuori, a parte qualche rudere e i fanali, non c’è stata la devastante cementificazione dell’uomo come in tutte le altre isole siciliane.

Conoscevo già Pizzo Falcone, la cima più alta delle Egadi che si erge a quasi 700 m (686) con prepotenza dal livello del mare, perché insieme al gruppo escursionismo del WWF l’avevamo fatta tutta sotto una insolita nebbia settembrina e, oggi, posso affermare che non ci siamo resi conto di quello che avevamo fatto… probabilmente perché la nebbia nascondeva i dirupi, i passaggi scoscesi a picco sul vuoto, i transiti disagevoli, le irte roccette scivolose con notevoli pendenze… insomma ce l’avevamo fatta, anche a raggiungere la cima !

Oggi invece è una stupenda giornata di Ottobre, il 19 per la precisione e il tragitto in catamarano tra Favignana e Marettimo, passando da Levanzo, è piacevole… insomma si vola sull’acqua appena increspata da un leggero vento di ponente… cielo terso, azzurro indaco… temperatura appena tiepida tra i 18 e i 21… cosa volere di più?

In aliscafo decido: voglio rifare il percorso effettuato sotto la nebbia con questa stupenda giornata d’autunno.

Sbarcando al porticciolo alle 9:45, zaino in spalla, sono a 2 m slm, percorro la banchina e mi inoltro a destra sul lungomare, i pescatori sono già tutti che lavorano per la manutenzione delle reti e delle barche, ormai tirate in rada… nel piazzale prospiciente l’antemurale.  Un’atmosfera unica, pacata ma nobile, si respira l’aria del mare, si scorgono volti e parole di gente vera, pochi pescatori rimasti, paladini di una tradizione marinara che ha lasciato posto ai diving e ai battelli dei tour. Un “buongiorno…” ricambiato mi permette di captare la calda accoglienza, vorrei restare a parlare un po con loro ma il tempo è tiranno e alle 16:40 devo riprendere l’aliscafo !

Arrivo allo scalo vecchio e la stradina sale, dritto si va verso Punta Troia, ma prima della fine delle case a sinistra una tabella indica le “Case Romane”.  Da questa erta stradina in paese iniziano i sentieri escursionistici verso le cime di Marettimo…

I gatti domestici fanno il loro lavoro ma dovrebbero essere un po meglio gestiti. A inizio sentiero noto qualche pettirosso senza vita, vittime del loro animo socievole e dell’animo selvaggio dei nostri amici felidi.

Pettirossi, codirossi, luì, saltimpali, fringuelli… sfuggono a destra e a manca… la salita iniziale è tosta ma agevole… poi inizia il boschetto ed è tutta un’altra cosa.

Colombacci e merli si fanno vedere e sfuggono al mio passaggio, qualche rapace vola molto in alto verso le cime… speriamo possa immortalare qualche bella immagine.

Proprio sopra il paese individuo in basso un asinello dal vello scuro e lucido che cerca riparo dal primo sole mattutino… meritato riposo dopo un’estate di duro lavoro a portar turisti in groppa.

Il bel sentiero mi porta agevolmente, anche se in salita, alle “Case Romane” dove mi fermo a rifiatare e a rinfrescarmi nel provvidenziale fontanile della vicina sorgente che qui sgorga limpida. Riempio la borraccia. Siamo a 240 m slm circa e sono le 10:20, prendo la decisione di rifare l’itinerario ad anello già conosciuto, quindi verso Pizzo Madonnuzza/Cala Bianca e poi deviazione per Pizzo Falcone.

Appena ripartito, a poche centinaia di metri, il primo incontro speciale… un cespuglio profumato… di Mirto rosso [Myrtus Communis]... accanto una risorgiva… che spettacolo di colori e  profumi… le api saranno contente di proporre un miele unico e puro.

Il sentiero da agevole si stringe, un arbusto e un pino giovane sulla soglia del sentiero, sembra dire addio al percorso facile e come da una porta naturale si accede al sentiero etichettato difficile… da qui in poi occorre guardare bene dove mettere i piedi e non perdere mai l’equilibrio… potrebbe comportare spiacevoli conseguenze prendere una storta o una caduta…

E’ in questi casi che occorre rimanere lucidi, non farsi prendere dal panico, e lasciarsi coinvolgere dalla natura, una volta entrati in sintonia con Lei ogni sentiero diventa facile… ma con gli occhi sempre ben aperti e i piedi sempre saldamente al suolo… qui occorrono scarponcini che si incollano alle roccette… e i miei sinceramente non mi hanno mai abbandonato… un paio di JOMA SHOCK “pro-mountain”, basse ma con una suola così ben sagomata che sembrano incollate al sentiero… ogni tanto un ottimo acquisto… ma se il terreno fosse stato bagnato serviva ben altro…

La salita, prima debole, ti mantiene sui 300 m slm, poi, seriamente faticosa, ti porta da 300 slm a 480 percorrendo solo 400 mt  a gradoni rocciosi, erti e scoscesi, poi il bivio che da una parte va verso Pizzo Madonnuzza e Cala Bianca e dall’altra verso Pizzo Falcone.

L’ultimo chilometro è stupendo, tappeti di erica, cisto, euforbie, e qualche leccio incassato fra le rocce ti fa capire che siamo a livelli abbastanza idonei al loro sviluppo, infatti il bivio finale per Pizzo Falcone si trova a 560, poi l’arrivo ai piedi dell’ultimo tratto finale per la cima è parecchio difficoltoso perché fuori sentiero scolpito sopra la roccia viva… ma la cima merita per la spettacolare vista che ripaga di tutto il faticoso cammino… qui il tempo si ferma di nuovo come è stato ieri a Favignana arrivato alle Mire della Tonnara

Mi accorgo che il vento in cima è girato all’opposto… nelle isole è una cosa normale. Qui incontro altri escursionisti e scambiamo due chiacchiere sul percorso e sulla bellezza dei luoghi, siamo fortunati, un gruppo di Bianconi in migrazione verso il continente africano, volteggiano sopra la nostra testa a non più di venti, trenta metri, sono bellissimi, non posso non immortalarne l’enorme mole (sono tra i rapaci più grandi).

Antichi terrazzamenti abbandonati probabilmente ad uliveti si scorgono sporgendosi dalla cima verso il basso, segno indelebile del duro lavoro dell’uomo fino a qualche centinaio di anni prima… adesso l amacchia spontanea ne colonizza i gradoni…

Il tempo passa veloce, devo regolarmi bene per la discesa, sfrutto tutto il mio tempo a disposizione sulla vetta di  Pizzo Falcone a prendere ogni angolo con la mia fotocamera, vi propongo questa galleria di immagini… descriverne le emozioni è superfluo, occorre esserci !

Stando attenti a scendere dalla cima si riprende l’ultimo tratto di sentiero e poi al primo bivio stavolta si completa l’anello dall’altra parte verso Case Romane e il paese, scendendo dal classico sentiero che attraversa la lecceta residua, e arriva alle Case Romane dall’alto dopo aver percorso il fianco di Pizzo Capraro e Punta Campana…

Le gambe scivolano sul sentiero dolcemente, ogni tanto il ginocchio si fa sentire perché la pietraia lo mette a dura prova… e quindi mi fermo di tanto in tanto per farlo… ripigliare, ma quando ti fermi non vorresti ripartire perché la natura ti avvolge come un abbraccio di un amico sincero, tutto intorno è troppo bello per andare via…

Capinere, Fringuelli, Pettirossi, Codirossi… ma anche un’ Aquila minori e una stupenda Poiana codabianca mi danno l’ultimo regalo… ma tutto finisce e anche questa bella passeggiata è al termine… vi lascio all’ultima galleria che immortala questo ultimo tratto… Rientrato in paese mi rimane anche il tempo di gustare un buon gelato, l’ultimo sguardo me lo offre un Gabbiano reale, padrone indiscusso della fascia costiera… prima di reimbarcarmi per Favignana, domani se il tempo tiene… sarò a Levanzo…

Ciao Marettimo… ci rivedremo molto presto !

Se volete sapere di più su questo mio diario sui percorsi fatti in ottobre 2021 alle Egadi partite dal sommario: Ottobre 2021, Trekking Tour delle Egadi. Da Palermo a Favignana

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