Giornata limpida e calda, domenica 8 gennaio 2023, da settimane non fa una goccia d’acqua e siamo tutti molto preoccupati per le alte temperature che dicembre scorso e questo inizio gennaio ci ha riservato, probabilmente in media le più alte che io ricordi e non sono proprio giovane…
Però le belle giornate sono ideali per effettuare le nostre escursioni e proprio questa domenica con il WWF Sicilia Nord Occidentale c’è in programma questa area boscata a pochi chilometri da Palermo e a pochi passi dal centro di Piana degli Albanesi, uno dei borghi di origine Arbëreshë più suggestivi della Sicilia e famosa nel mondo per una prelibatezza dolciaria siciliana, i Cannoli, che gusteremo a fine camminata.
La frescura della mattina ci costringe a vestirci a “cipolla”, sotto maglia tecnica, quindi felpa e Softshell… bastoncini e scarponi alti che, per i sentieri che dobbiamo percorrere, sono assolutamente necessari.
Siamo al completo, come ogni nostra uscita, 26 tra soci e referenti, effettueremo un circuito ad anello all’interno di questo gioiello naturalistico che è il BOSCO DI ARGOMESI o in lingua locale ARGOMAZIT che sta per “terrazzamento”.
Sono le 9:30 circa quando parcheggiamo le auto lungo la SP 5, nei pressi dell’ingresso riserva, che da Altofonte porta a Piana degli Albanesi. Lungo questa panoramica strada provinciale, venendo da Altofonte, siamo passati da zone da noi molto conosciute, Portella Rebuttone, la Moarda e appunto Argomesi dove siamo adesso.
La riserva è gestita dalla sua creazione nel 1998 dal Dipartimento Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana al quale rivolgersi per effettuare in sicurezza l’escursione.
Partiamo percorrendo 300 metri circa di irta carrareccia lastricata fino al cancello, oltrepassato il quale è il punto di accoglienza della riserva con un piccolo capanno e una tabella con la mappa dei sentieri della riserva stessa. Qui rifiatiamo e facciamo il punto della situazione descrivendo tutto il percorso e il programma della giornata.
Quindi partiamo per il sentiero naturale che inizia qui a 820 slm proprio a destra del pannello e sale a gradoni per una lunghezza di circa 700 metri fino ai Giardini Argomazevet a 900 slm circa, tra un letto di foglie di roverella e rocce coperte da muschio fresco e morbido.
Questo breve sentiero è molto suggestivo e ricco di biodiversità e lo preferisco al lungo e monotono sentiero forestale che invece prosegue la carrareccia che abbiamo affrontato all’inizio.
Attenzione, non fatelo con scarpette qualsiasi, qui ci vogliono scarpe da trekking meglio se alte !
Arrivati ai Giardini Argomazevet che testualmente significa terrazzamento ci soffermiamo ad osservare questa sorta di dolina ricca di vegetazione con un grande Gelso al centro, dove confluiscono dei terrazzamenti sicuramente utilizzati a scopi agricoli fino a qualche secolo fa.
Qui da spettacolo una fortissima e tenace Edera arborea che con le sue radici trattiene il costone carbonatico sovrastante e crea uno spettacolare ambiente rupestre non facile da osservare in altri luoghi.
L’ambiente molto umido, nonostante il periodo siccitoso, ci fa pensare alla presenza di sorgenti vicine come in effetti è la Sorgente Villano che visiteremo da li a poco.
Proseguiamo salendo a sinistra, dal sentiero forestale, e dopo un paio di tornanti in leggera ascesa si arriva alla casa forestale con area attrezzata chiamata Magazeni Argomazevet, situati a 920 slm in un pianoro tra le cime di Cozzo del Campanaro e il Carpineto.
Da qui si dipartono diversi sentieri della riserva come quello che porta alla Grotta del Garrone o al Monte Xeravulli, cima più alta del Carpineto.
Ci fermeremo qui al rientro per consumare il pranzo al sacco.
Proseguiamo sul sentiero a destra della casa forestale che punta, attraversando questo pianoro, verso la Valle San Giorgio che costeggeremo a fianco del Carpineto per arrivare poi a Portella del Pozzillo.
Questo sentiero interno, poco visibile perché tra roccette e alberi caduti, si sviluppa per poche centinaia di metri ed esce al Pozzo di Valle San Giorgio dove è presente appunto un abbeveratoio e un pozzo alimentato dalla Sorgente Villano, poco sopra. Facciamo un salto alla sorgente e ci accorgiamo che è a livello minimo, infatti la caratteristica fessurazione della roccia ove trasuda l’acqua di risorgiva è praticamente asciutta.
Visitati questi due punti estremamente suggestivi ci avviamo per il sentiero Pozzillo verso l’affaccio del Carpineto. Qui il sentiero sale dolcemente tra roccette ricche di muschi freschi e umidi.
Il sentiero è visibilmente scavato dal lavorio incessante del Cinghiale selvatico (Sus scrofa) che qui, come in tante parti degli ambienti boschivi siciliani, non ha predatori pertanto è in notevole incremento.
Tra sculture di roccia, anfratti e grotticelle naturali, sicura residenza di Volpi o Istrici, arriviamo a una selletta a circa 1020 slm, livello massimo dell’escursione di oggi, e, dopo una leggera discesa, ecco l’affaccio sul Carpineto.
Un Corvo imperiale, disturbato dalla nostra presenza, sfreccia tra noi e le magnifiche pareti strapiombanti del Carpineto, puntellate dalla macchia di lecceta a cespuglio, fanno da cassa di risonanza al forte gracchiare dello splendido esemplare, superbo membro all’apice della catena alimentare della fauna selvatica di questi anfratti rocciosi.
Ripreso il cammino il sentiero adesso scende di livello e dopo qualche tornante, su sentiero molto scivoloso, raggiungiamo il primo bivio a 930 slm circa che imbocchiamo a sinistra verso Portella del Pozzillo.
Qui l’ambiente è ancora più suggestivo perché le rocce, ammantate del verde dei muschi, appaiono come vive e prendono forme dove ci si può sbizzarrire con la fantasia.
Si percorre sempre il sentiero che verso la fine si fa abbastanza impegnativo perché adesso è solo roccetta umida e scivolosa in discesa e finalmente si arriva al Pozzo del Pozzillo, un’ampia radura, appunto Portella del Pozzillo, che separa la riserva della Pizzuta con il demanio forestale della Moarda con le sue spettacolari “sette punte” !
Qui ci soffermiamo ancora ad osservare il pozzo quasi vuoto quando di solito è sempre ricolmo al massimo livello in quanto siamo in una delle zone più umide dei Monti di Palermo a cui queste catene fanno parte.
Il panorama spazia su Poggio San Francesco, la Valle dell’Oreto, e tutta la catena montuosa frontaliera, da Pizzo Sella a Monte Gibilmesi.
Il volo deciso e sicuro di un’Aquila minore, la più piccola delle aquile, attira la nostra attenzione, verso la Moarda.
Questo bell’esemplare, dal morfismo chiaro, è a caccia e si getta in picchiata verso il sottobosco, alla ricerca di prede che di solito sono piccioni o piccoli roditori.
Siamo al limite del tempo a nostra disposizione, e quindi dopo averci preso un po di sole e sostato per rifocillarci ripartiamo alla volta della casa forestale dove pranzeremo, ma abbiamo da fare ancora un’oretta di cammino, stavolta su sentiero forestale più agevole.
Nel sentiero di ritorno passiamo per un’altro rifugio della forestale, aperto e con panche dove è possibile sostare, il Rifugio Pozzillo ma proseguiamo e al quadrivio successivo puntiamo dritto per il sentiero Argomazet tutto in salita, con l’ultimo tratto veramente impegnativo perché ha un dislivello notevole.
Durante il percorso notiamo una piccola comunità di lecceta residua con individui sicuramente centenari che fanno da riferimento ai tanti piccoli alberelli penso piantumati negli ultimi anni dalla forestale che qui sta attuando un piano di riforestazione che prevede le specie arboree endemiche mediterranee come la roverella e il leccio.
Proseguendo un pagliaio ci avvisa che la salita è finita e da li a poche centinaia di metri arriviamo al rifugio.
Qui consumiamo il nostro pranzo al sacco e ci facciamo la foto ricordo di gruppo.
Al termine del pranzo scendiamo nuovamente verso i Giardini Argomazevet e quindi per lo stesso sentiero natura dell’andata ritorniamo su questo suggestivo letto di foglie secche di roverella che, passandovi sopra, emettono questo fragoroso crepitio che risuona in tutta la vallata fino all’ingresso riserva dove proseguiamo fino alla strada provinciale per riprendere le auto.
Da li a poco, all’ingresso del paese di Piana degli Albanesi, ci attende come sempre il nostro amico Giorgio Clesceri con i suoi spettacolari e buonissimi Cannoli di fattura rigorosamente artigianale !
Ritorniamo a casa soddisfatti e felici che la nostra natura e i nostri ambienti continuano a stupirci e a darci tanta carica positiva per affrontare le grigie e monotone giornate da “Homo sapiens(?)” in attesa della prossima escursione !
Per partecipare alle escursioni del WWF occorre esserne soci.
Per informazioni: sicilianordoccidentale@wwf.it
Oppure Giorgio De Simone: giorgiodesi@yahoo.it