MVFS al contrario: terzo giorno, Prizzi – Santo Stefano Quisquina

La notte a Prizzi sembra passi quasi immediatamente… mi sveglio pensando sia presto… e invece è tardi !

Mi affaccio al balconcino per riempire i polmoni di aria buona… altri paesaggi unici, stavolta su Montagna dei Cavalli, verso il Fiume Sosio, il fiume di Hippana, l’antica Prizzi, proprio di fronte a noi… ove in cima c’è un sito archeologico tanto importante quanto purtroppo abbandonato.

Ma dobbiamo sbrigarci… fare il bagaglio è la cosa più stressante… non entra mai tutto dopo un paio di volte che lo disfai… è un mistero sta cosa, ma è sempre… sempre così… vabbè ammacchiamo più possibile… deve entrarci tutto !

La colazione preparata da Nicoletta è un toccasana per preparare il corpo all’ennesima giornata di cammino. L’appuntamento col il gruppo è al Bar nel corso per posare i bagagli per il trasbordo a Santo Stesano Quisquina, ovvero la meta della tappa di oggi.

Perdiamo un po’ di tempo girovagando tra le casette del simpatico borgo ma nel gruppo serpeggia lo scoramento mattutino… qualcuno si è ricordato che la tappa sì è vero che non è così lunga… “ma avete letto del dislivello” ?

Meglio non pensarci va… tanto come sempre si parte in discesa… ma la discesa sappiamo tutti che “prima o poi” finisce e se finisce “poi”... è più tragico ! 

Partiamo non prima della foto al belvedere, e quindi dopo il rifornimento di acqua alla fontana, scendiamo da dove eravamo arrivati ieri… Passando per un panificio acquistiamo dei quartini per il pranzo al sacco da farcire con le ottime “rimanenze” della gustosa e abbondante cena della sera precedente ! Poi giù fino allo stesso ponte della foto di ieri e attraversiamo i campi già conosciuti fino al bivio per Filaga… da qui in poi cambia tutto… è finita la pacchia… la discesa ce la siamo giocata… Ci lasciamo alle spalle un campo eolico e un vigneto ben circoscritto. 

Durante questo tragitto faccio caso ad una particolare recinsione di una proprietà privata realizzata con paletti credo di Frassino… che stranamente hanno germogliato e quindi radicato… la natura supera se stessa… un pezzo di legno… conficcato a terra… si riproduce… è inutile, le piante hanno una marcia… e molto di più di una… sono un tutt’uno con il pianeta e queste cose mi fanno pensare sempre più convintamente che l’uomo questo pianeta non lo merita ! 

Ma oggi sento uno strillìo che ieri non avevo percepito forse dato l’orario di passaggio… sono arrivati i Gruccioni, li scorgo lontani e poi vicini a formare stormi che volano alti nelle nostre teste… uccelli che dall’Africa sono arrivati a trascorrere la primavera qui nella nostra terra… dovremmo esserne fieri, tutte le creature di questo pianeta sono preziose, sono un valore per tutti. Riesco a beccarne uno con la fotocamera passando da una zona rocciosa prima del bivio di Filaga… era a guardia del nido e lo proteggeva… uno spettacolo !

All’abbeveratoio dopo aver attraversato il piccolo borgo di Filaga ci fermiamo… oggi le temperature sono alte già di mattina, il sole picchia forte e il cielo terso permette l’insolazione proprio di fronte a noi che andiamo verso sud… oggi ci abbronziamo ! 

Si riprende un sentiero in salita che ci condurrà verso il lago artificiale Pian del Leone, attraversiamo una zona degradata, sicuramente facente parte di una vecchia zona industriale ormai abbandonata, qui specie estremamente resistenti si attaccano al suolo roccioso e arido come la Lingua di cane che sta emettendo in questo periodo i piccoli fiori a calice e corolla  blu, violetto, celeste…una nota di bellezza della natura incastonata in tanta bruttezza di umana creazione !

Da li a poco entrando e uscendo dalla strada provinciale ecco che imbocchiamo una stradella asfaltata che scende verso il Pian del Leone, una depressione ove insiste un bacino artificiale ridotto in questa stagione a quasi uno stagno. La diga si trova nel lato opposto a noi. 

Entriamo nella zona dedicata alla captazione delle acque del lago per utilizzo dell’acqua oggi ad uso civile e Carmelo ci spiega la funzione e il funzionamento della diga e della condotta idrica che risale al periodo in cui qui era prevista una ferrovia e l’acqua serviva ad alimentare i motori a carbone delle locomotive a vapore. 

Ma Salvo Balsamo ci ricorda che ancora di strada ne abbiamo e allora via perchè mancano 7 km per Santo Stefano Quisquina e ancora non abbiamo pranzato… occorre urgentemente mettere qualcosa in pancia ma non in salita… a questo punto continuiamo a salire fino all’arrivo ad una fontana di acqua fredda e pulita dove ci dissetiamo e qualcuno come me si rinfresca la pelle ormai arsa dal sole… Carlo Conti in confronto mi fa un baffo !! 

Riprendiamo il cammino su asfalto su una intercomunale deserta dove passiamo solo noi, per tutto il tragitto non c’è traccia di umani… ma dove sono finiti ?  Salvo ci incoraggia ad arrivare ad una vicina zona boscata dove arriviamo quasi stremati e ci buttiamo letteralmente sotto la pineta… buon pranzo… con il cibo rimasto ieri dalla abbondante cena a Prizzi e del pane acquistato stamattina scendendo dal paese… facciamo un ottimo spuntino, essenziale ma molto gustoso… 

Tutte le cose belle finiscono e allora ? Malgrado tutto… dobbiamo ripartire.

Dopo meno di un km di asfalto prendiamo un sentiero forestale in terra battuta che entra marginalmente in un boschetto che rinfresca l’aria e ciò è un toccasana dopo pranzo e in fase digestiva… ma quanto durerà ? Poco !

Scegliamo un sentiero che invece di salire scende ma il versante è tutto sotto sole… piangiamo con un occhio… la leggera discesa agevola la velocità e la compattezza del gruppo che raramente ormai è diviso… il ritmo dei due giorni precedenti ha fatto scuola… e comunque si rifiata quando incontriamo l’ombra di qualche albero a bordo sentiero.

Ormai Santo Stefano è a vista, giù alla nostra desta e quindi si scende…. macché dopo una progressiva discesa riprendiamo a risalire fino all’imbocco della strada provinciale che da un lato sale verso il Teatro di Andromeda e a dall’altro verso un sentiero che scende fino al paese…

Qui ci dividiamo… per rivederci la sera a cena… con Gianni, Rolando e Vera scendiamo e veniamo dopo poco letteralmente “aggrediti” da uno sciame di tafani assetati del nostro sudore… ne usciamo quasi illesi… meno male che i bastoncini servono anche a scacciare queste voraci mosche cavalline… già attive in un periodo per loro “fuori stagione” ma ormai non ci sorprende più nulla in ambito climatico !

Ormai il paese è a vista… si scende fino al primo bar, concedendoci una birra fredda che attenua l’immensa sete accumulata dalla giornata di sole ! Idratazione e ripristino di sali effettuato !

Tappa finita… ma come finirà agli altri impavidi che sono ancora lassù ? Vedremo stasera… 

La tappa ha visto la percorrenza su sentieri prevalentemente a carrareccia e asfalto per un totale di oltre 18 km e un dislivello di oltre 1000 m per chi come me non è salito al teatro Andromeda… per gli altri aggiungiamo 3 km e 100 di dislivello !

Bella tosta anche questa terza tappa… e domani ? Domani usciamo dalla francigena per rientrare a Cammarata ma quanta fatica faremo ?

Vedremo alla fine che risulterà essere per pesantezza la seconda… quindi col senno di poi questa di oggi è stata… tranquilla !

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