MVFS al contrario: secondo giorno, Castronovo di Sicilia – Prizzi

Dopo la partenza “soft” della prima tappa (Vedi qui) oggi 26 aprile 2024 è il secondo giorno di cammino, quello sulla carta più duro, quello che sembra di impossibile realizzazione per chi, come noi, cammina si e no una volta a settimana e si fa massimo 15 km fra sentieri natura e con calma e rilassatezza… qui il tempo è importante… non possiamo fermarci tanto a “rimirar le stelle”… oggi si cammina e basta, sono oltre 25 i km che ci attendono ma quello che mi preoccupa è il dislivello totale… oltre 1600 m ! 

Ieri i saliscendi hanno impegnato quasi tutte le muscolature delle gambe… oggi saranno i piedi a dover dare il massimo… occorre una scarpa morbida, soprattutto perchè asfalto e pietraia saranno protagonisti… indosserò quindi qualcosa di leggero e basso per agevolare caviglie e polpacci… e salirò a zig zag per impegnare tutte le fasce e appesantire meno le caviglie attenuando i dislivelli. 

A Castronovo si è dormito bene, ma al risveglio il primo raggio di sole mi colpisce il viso e salto in aria come un grillo… esco in silenzio dalla stanza ma Giovanni è già sveglio e Salvo sonnecchia ancora… salgo le scale fino ad un abbaino basso che penso dia su un terrazzino della graziosa struttura che ci ha ospitato, esco fuori non senza difficoltà… ed è uno spettacolo inaspettato… i tetti di Castronovo, i Sicani, il Colle San Vitale, è tutto perfettamente in tono, ma il primo sole e il cielo di un azzurro che solo in Sicilia si può osservare fanno da quinta a questo spettacolo della natura che non finisce mai di stupirmi ! 

Di mattina la vita della fauna selvatica è già da tempo attiva, nei tetti la Rondine montana sfreccia per intercettare insetti al volo, è la loro prima colazione… la Taccola e i Passeri sono già a lavoro per la sistemazione dei nidi… i Colombi domestici invece si crogiolano ancora al primo sole mattutino per asciugare le penne ancora umide dalla notte… 

Dopo la colazione e un buon caffè al Bar, dove lasciamo il secondo bagaglio per il trasbordo a Prizzi, partiamo anche oggi, ma Gianni non si sente in grado di effettuare tutto il percorso e ci aspetterà a Prizzi.

Si parte in discesa… ma meno intensa di ieri per arrivare fino alla periferia del borgo medievale dove si prosegue imboccando un bel sentiero natura…  ma questo è, manco a dirlo… in salita !

Ci farà evitare un tratto di strada provinciale in asfalto e battuta dalle auto, meno asfalto percorriamo più contenti siamo !

E’ un bel sentiero, ricco di vegetazione, riconosco l’Aglio rosa, l’Erba vajola, l’Aglio pelosetto, qui hanno ricostruito dei pagliai, poi, vicino una piccola cappelletta della Madonna Piedigrotte, un vallone con una presa d’acqua ci fa capire che siamo in una zona ricca di biodiversità, infatti la cosa naturalisticamente interessante è la presenza di importanti quanto rare Thapsia asclepium (Eleoselino) che, solo sfiorandola, inebria l’aria profumandola con un leggera fragranza simile al finocchio !

L’arrivo sulla provinciale è un attimo di relax e ci fa rifiatare, ma occorre proseguire, quindi breve sosta e sempre in salita si riparte, sempre sulla provinciale, fino al raccordo con altro sentiero, stavolta è una carrareccia forestale. Al bivio è presente la segnaletica sia della francigena che quella del CAI. Abbiamo fatto solo poco meno di 3 km, ma il percorso è già straordinariamente vario e piacevole ! 

La prossima “semitappa” sarà arrivare all’area attrezzata di Santa Caterina ma siamo ancora lontani, il percorso della carrareccia ci porta ad un affaccio di notevole bellezza, qui incontriamo un allevatore di Capre girgentane proprio a fianco del Kassar, la vecchia Castronovo, la Krastos sicana poi Kastra bizantina,  per finire distrutta dagli arabi. Un luogo che ricorda l’intricata storia di Sicilia. Alcuni reperti archeologici qui ritrovati sono conservati al Museo Salinas di Palermo. 

La carrareccia prosegue tra campi e coltivazioni varie, incontriamo l’Azzeruolo in fiore, e specie endemiche che si possono osservare in pochi luoghi della nostra isola come i Corinoli dentati, la Ferula dai capolini di un giallo intenso, il Cardo siculo e il più diffuso Cardo mariano. 

Ma improvvisamente la presenza di una Orchidea selvatica, una Ofride di Bertoloni, a bordo sentiero ci avvisa che il paesaggio sta cambiando… avvistiamo una immensa distesa verde di Gladiolo dei campi… siamo quasi arrivati !

Tale ricchezza ci distrae dai tanti chilometri che i nostri piedi ormai macinano senza essere più controllati dal corpo… ma direttamente dal cervello… il crepitio delle suole sul pietrisco della carrareccia ci accompagna fino ad una “visione celestiale”… l’ingresso della area attrezzata… con panche e punto di ristoro !

Che dire… una manna dal cielo, ormai terso e soleggiato ! 

Ma la gioia dura poco… neanche il tempo di gustare un veloce spuntino che Salvo Balsamo, il nostro “capo spedizione”, ci dice che dobbiamo riprendere il cammino… perchè la prossima tappa, quella che ci farà sentire “al sicuro”, è ancora lontana… dalla mappa direi lontanissima… Monte Carcaci pare inarrivabile ma più ci si ferma e peggio è… dobbiamo riprendere a riscaldare i muscoli… e quindi si va. 

Mi accorgo qui di aver perso il mio storico cappellino che era un ricordo di anni di escursionismo regalatomi da mia madre decenni fa, ci ero molto affezionato… ma non posso ritornare indietro, troppa strada fatta… spero solo possa scaldare ancora per molto tempo chi lo ritrova… 

Il paesaggio ritorna ad essere campestre, distese di grano immense e produzioni cerealicole, orzo, avena a perdita d’occhio caratterizzano questa tratta sempre in carrareccia sterrata. La Viperina che assomiglia ad un piccolo alberello di Natale e lo spumeggiante Glasto dalla chioma giallo limone ci accompagnano  lungo i bordi della stradella fino all’imbocco della statale che percorriamo per pochi metri. 

Percorrendo questo tratto di strada statale ci imbattiamo in una povera volpe, morta, travolta, la notte precedente, da qualche cretino (per dirla pulita) alla guida… la tolgo dall’asfalto e la ripongo fuori dalla strada nel vicino campo quantomeno per non fare fracassare il sinuoso corpo, ormai senza vita, da altri imbecilli motorizzati, animale straordinario, membro della nostra fauna endemica, tra i pochi predatori all’apice della catena alimentare rimasti nei nostri ambienti… sarà la nostra unica esperienza negativa dei 4 giorni. 

Arriviamo al bivio per il Borgo Riena, un cartello ci indica che la Riserva di Carcaci è a SOLI 6,7 km… non ce la possiamo fare… altre salite, altre discese, superiamo un rigagnolo che nasconde cespugli di Equiseto, e poi appare dopo un saliscendi infinito un inatteso boschetto di Frassini, quindi tra colline brulle e assolate… ci appare come un sogno… il Borgo.

Alcuni di noi sembrano aver preso sostanze allucinogene e invece di gambe sembrano forniti di arti motorizzati, altri invece crollano, ma solo fisicamente, ma non mentalmente perchè fino a quando una cosa si vuole poi è il cervello a  comandare i muscoli non sei più tu a farlo… e quindi nonostante la fatica si arriva all’antico e abbandonato borgo, uno dei tanti realizzati in un periodo storico da dimenticare ! 

Passargli dentro a me personalmente provoca solo rabbia e rancore per chi pensava di ghettizzare i contadini in questi piccoli centri fuori dal mondo… 

Foto Gioacchino Mezzatesta

Dal Borgo di Riena affrontiamo l’ultimo tratto di carrareccia forestale per entrare nella Riserva di Monte Carcaci dove ci fermiamo al rifugio forestale per il pranzo al sacco… sfiniti ? No… di più… moribondi come recita Rosa Alba, sempre con la battuta pronta per “sorreggere” il gruppo ! 

Foto Gioacchino Mezzatesta

Qui riprendiamo le forze e la con volontà di terminare la tappa a Prizzi ripartiamo, adesso ci aspetta il tratto finale ancora tra saliscendi e ancora tanta fatica, che, a pancia piena, vale doppio.

Ormai non sappiamo più quanti Km abbiamo percorso né tantomeno quanti ne restano… la macchina muscolare non si ferma più e quando arriviamo alle porte di Prizzi su di un ponte per farci la foto sembriamo così freschi da rimanerne quasi sorpresi… è stata dura fino alla fine, sempre in salita, ma siamo arrivati.

I panorami, i paesaggi, la natura e la caparbietà di chi ha accettato la sfida trionfano e da li a poco ci imbattiamo nelle vie lastricate di Prizzi… ovviamente in salita.

Qui c’è Gianni che ci aspetta più fresco di una Rosa canina… l’abbiamo lasciato a Castronovo un po’ giù e lo ritroviamo in piena forma a Prizzi… la cosa ci suona un pò strana, ma almeno domani proseguirà il cammino insieme a tutto il gruppo. 

 

 

L’arrivo a Prizzi è una liberazione ma nello stesso tempo ci prende la nostalgia di quello che abbiamo appena vissuto, una giornata memorabile, che sarà unica per tanti di noi, perchè probabilmente non si ripeterà e anche per questo lascerà un ricordo indelebile in ognuno di noi… e per me che porto il nome del Santo a cui è stata dedicata la Chiesa Madre di questo grazioso borgo non si può che concludere la tappa proprio lì, nel sagrato della bella Chiesa medievale. 

 

La tappa di oggi si rivelerà la più lunga e pesante della 4 giorni iniziata ieri.

Il percorso ha superato i 27 km e un dislivello totale di oltre 1600 m su diversi tipi di suolo: terreno, asfalto, carrareccia, sentiero naturale, pietraia, basolato. Una tappa molto bella, degna di essere una delle più belle di tutte le tratte del cammino francigeno di Sicilia.

Un importante elemento per portare a termine tappe del genere con un gruppo sono coesione, condivisione, tolleranza, rispetto reciproco e un po’ di sana ironia che fa andare sempre su il morale nei momenti di scoramento. In questo hanno fatto la differenza Salvo Balsamo che ha gestito tempi e soste in modo ottimale, Rosa Alba che ha tenuto alto il morale di tutti durante il percorso, Carmelo che con le sue spiegazioni sulle risorse idriche del territorio ha fatto la differenza rispetto a chi come me è sempre legato all’aspetto naturalistico che ha consentito piccole soste per chi deve rifiatare sulle retrovie… godendosi però più panorami e più natura ! 

Il resto è facile da prevedere… una doccia, una cena eccellente a Prizzi e un’accoglienza a casa di Nicoletta, dell’ospitalità diffusa aderente al cammino, veramente come se fossi a casa mia. 

Ma domani è un altro giorno… sarà come si prevede più semplice di oggi ? Vedremo, intanto in 2 gg abbiamo già quasi 40 km sulle gambe. 

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