Lanzarote: il Timanfaya, il Charco Verde, El Golfo, la Ruta del Litoral e per finire il tramonto a Puerto del Carmen

Siamo al quarto giorno, è mercoledì 11 dicembre, il meteo è variabile, l’aria è fresca, di notte ha piovigginato e le parti comuni del nostro residence sono bagnate. Ma il cielo va rasserenandosi, la temperatura si alza e l’azzurro intenso fa ben sperare.

 

Mi affaccio al balcone attirato da un rombo… il primo volo interno della Canaryfly sta per atterrare ad Arrecife… qui tra le isole c’è una sorta di servizio navette aeree… i residenti alle Canarie con 10/15 euro si spostano tra le isole… 

Dopo una corposa colazione oggi decidiamo di fare l’escursione delle escursioni… al Timanfaya approfittando di questa giornata climaticamente ottimale.

 

 

Usciamo presto da casa, un po’ dopo le 9, e cominciamo a fare strada per il grande vulcano di Lanzarote. L’escursione è una, sola, vincolata da regole ben precise e non è possibile fare altro che questa, ovvero tutto organizzato dai gestori del parco vulcanico: si parcheggia si prende un bus e si fa tutto il periplo del vulcano.

La strada che facciamo non è quella diretta ma preferiamo l’interno, più caratteristico e prevede di salire fino a Tias, quindi San Bartolomè, passare per Mozaga, Tao, Tiagua e La Vegueta, un bel giro interno che ci fa vivere un po’ l’entroterra brullo ma dai paesaggi struggenti.

Arrivati quasi al bivio per la strada che ci porterà al centro visite del Timanfaya ci fermiamo attratti da una bella chiesetta, con un ampio slargo accanto ed è aperta… diamo una sbirciatina… bella, semplice, tipica architettura canaria: l’Ermita de Los Dolores !

Il tempo di rifiatare e via nuovamente in auto per gli ultimi chilometri prima di arrivare a destinazione. 

La strada per arrivare è bellissima un nastro nero sul nero lavico, una sensazione di navigare nel mare di lava !

All’ingresso una breve fila e in auto stesso facciamo il ticket di ingresso per due, l’auto non paga e ci avviamo. 

All’arrivo un megaparcheggio gli addetti ci fanno parcheggiare, ci indicano cosa dobbiamo fare e ci avviamo verso i  bus che partono continuamente non appena si riempiono di visitatori.

 

E’ una catena di montaggio organizzatissima ed efficiente… un’industria turistica basata su un monumento della natura, il Timanfaya.  Il tour dura una mezzoretta, molto interessante anche se ovviamente superficiale. Non si può scendere, non si può andare a piedi, solo restare a guardare dalle finestre dei pullman… la descrizione è diffusa dagli altoparlanti del bus ed è in spagnolo  ! 

Ecco le foto che ho potuto effettuare dalla vetrata. 

Dopo il tour alcuni addetti fanno vedere che il vulcano sotto è più che attivo e il sottosuolo è rovente, difatti, oltre a provocare la bruciatura di rami secchi e dei geyser con dei secchi d’acqua gettati in dei fori, proprio sul posto, anche qui, Cesar Manrique ha realizzato un ristorante panoramico con una cucina particolare… ovvero un forno che sfrutta il calore del vulcano per arrostire carni da proporre agli avventori. 

 

Noi non possiamo mancare all’appuntamento ci sediamo e gustiamo dell’ottimo pollo alla brace vulcanica presso questa suggestiva location che si chiama Restaurante El Diablo.

 

 

Molto buono sia il pollo che il contorno e il conto per nulla… “salato” ! Ve lo consiglio. 

Dopo pranzo usciamo dal parco e sulla strada ci imbattiamo in un campo dove organizzano passeggiate in cammello sul Timanfaya… due foto solo per ricordo e poi via… per il resto non commento l’aspetto circense dell’esperienza.  In compenso i cammelli sembrano in ottima salute. Mi accontento di questo.

Ci dirigiamo adesso verso El Golfo  diretti ad un’altra attrazione naturalistica unica, il Charco Verde, una laguna naturale creata dai fenomeni vulcanici, e poi per fare una breve escursione sulla Ruta del Litoral, un sentiero mozzafiato in mezzo alla colata lavica del Timanfaya che va diretta sull’Atlantico, segnalato dalla mia app Locus Map come da non perdere. 

El Golfo ci accoglie con una discesa a picco sul mare, incastonata sulla lava è un villaggio stupendamente isolato dal mondo, decidiamo che se verremo nuovamente a Lanzarote… qui verremo a stare ! 

Una pioggerellina ci accoglie che subito evapora nel nulla e si riapre il cielo tingendosi nuovamente di azzurro e alzando la temperatura piacevolmente di qualche grado.

Percorriamo il breve sentiero che porta a un punto panoramico sulla Laguna Verde… rimaniamo basiti per tanta bellezza !

Ci spostiamo poco dopo il villaggio e arriviamo a un parcheggio dove finisce la strada e inizia questo sentiero Ruta del Litoral, in mezzo alla lava.

Lo percorriamo per un paio di km impegnando un’oretta tra andata e ritorno  rientrando poi all’auto.  Il sentiero è un’emozione continua… le mie scarpe da trekking scricchiolano calpestando la roccia lavica fino ad adattarsi al suolo.

I fragorosi scrosci delle onde oceaniche sulle rocce e sui paesaggi suggestivi e struggenti lasceranno in me un ricordo indelebile !

E’ ora di rientrare, nei pressi di Tias ci fermiamo a goderci un arcobaleno completo lì… proprio davanti a noi…  poi, prima di rientrare in appartamento per la cena a Matagorda, ancora con un po’ di energia, decidiamo di andare a fare una passeggiata al tramonto a Puerto del Carmen, dove termina la nostra stancante ma entusiasmante quarta giornata a Lanzarote. 

Che giornata ragazzi… e domani sarà la penultima… e dobbiamo vedere ancora tante cosette… a domani allora !

 

 

 

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