Ci alziamo presto a Matagorda, facciamo una veloce colazione e decidiamo di uscire. Il clima è mite sono le 8 locali, le 9 in Italia, e siamo ancora un po’ frastornati del viaggio in aereo del giorno prima da Bergamo ad Arrecife, 4 ore abbondanti di volo perchè il vento ci andava contro ma per il resto una buona traversata dal Mediterraneo, attraverso Spagna, Marocco e un pezzo di Oceano Atlantico. Almeno però abbiamo recuperato un’ora del fuso.
E’ domenica 8 dicembre, festa della Immacolata Concezione, e tutte le guide cartacee, compresa la nostra, la “Marco Polo”, consiglia di andare a Teguise perchè la domenica si svolge il più grande mercato di Lanzarote. Artigiani di tutta l’isola si danno appuntamento in questa cittadina, capoluogo di Lanzarote prima dell’attuale Arrecife, per proporre le loro merci di tutti i generi.
Ieri notte, con il buio, non avevamo ben compreso il paesaggio che adesso ci pare chiaro e limpido. Ovunque ci giriamo la terra rossiccia e nera vulcanica spicca sulle case bianche, perfettamente manutenute come fossero dei sassi di pomice bianca poggiati su un foglio di carta nero pece !
Usciti dalla struttura facciamo un giro intorno e già dopo pochi passi faccio una prima bella osservazione, un piccolo uccello endemico delle Canarie, la Pispola di Berthelot, che, a prima vista, parrebbe una femmina di Passera d’Italia ! Che simpaticona… si avvicina curiosa.
Usciamo con la nostra auto, una nuova Toyota Aigo X che abbiamo ritirato la sera prima presso il noleggiatore.
Le strade sono nastri di asfalto posati sul terreno lavico, tutte perfettamente mantenute, nessuna buca, nessun tipo di rifiuti per strada. Niente. La cosa salta subito agli occhi di chi purtroppo come noi siamo abituatati a ben altri servizi pubblici. Qui tutto sembra perfetto. Ma occorre rispettare le regole, sempre, se per caso ti distrai o fai qualcosa di strano qualcuno te lo fa notare, strimpellandoti dietro o di fianco ! A questo tipo di guida non siamo preparati e quindi ci vuole un po’ per abituarsi.
I segnali e la cartellonistica sono chiari, sembra tutto molto vicino e difatti non c’è luogo dell’isola che non si possa raggiungere in un’ora di auto. La cosa è confermata da una bella mappa che mi ha fornito l’albergatore. In diagonale da sud a nord ci saranno 70 km di strade, non di più. Certo i limiti sono rigidi perchè qui in alcune strade la precedenza ce l’hanno i ciclisti presenti in grandi quantità su tutta l’Isola, il cicloturismo è molto praticato… e si vede.
Arriviamo a Teguise dopo una mezzoretta di strada, facciamo una fila ordinata, troviamo un parcheggio sulla strada, probabilmente organizzato dalla comunità locale dove ci chiedono solo 2 euro per parcheggiare tutto il giorno e ci rilasciano anche una ricevuta emessa dall’amministrazione comunale di Teguise. Che ordine. Che organizzazione…
Subito veniamo assorbiti da una quantità enorme di gazebi, negozietti, tende, tensostrutture, tutto ordinato, ognuno propone le sue cose, una quantità di gente rilevante ma tutto molto tranquillo. Impossibile resistere alla tentazione di acquistare qualcosa, e anche noi lo facciamo.
Trovato un caffè buono…preparato in un baretto, al “Palacio del Marqués”, che tra l’altro ha una bella storia, dove ci lavora un simpaticone, Ernando, manco a dirlo… argentino ma di origini siciliane e anche una buona birra la “Dos Cabras”, prodotta da loro qui a Lanzarote.
Il paesino è una bomboniera, tutto curato, dai giardinetti pubblici ricchi di flora ovviamente particolare perchè qui le condizioni sono estreme. Piove poco, il terreno nero assorbe il calore e quindi palmeti e cactacee la fanno da padrone.
Passeggiando ci imbattiamo nel centro storico cittadino e qui ci si accorge della semplice bellezza dei luoghi, ci ripromettiamo di ritornare un giorno successivo senza la presenza del mercato. La piazza antistante la bella chiesa, Plaza de la Constitucion è addobbata al Natale, ma proprio davanti l’ingresso del monumento religioso dedicato alla “Nuestra Señora de Guadalupe” veniamo attratti da un gruppo folk locale… aspettiamo un po’ e questo è il fantastico risultato…
Visitando la bella chiesa ed entrando nei vari negozietti si scoprono piccoli gioielli architettonici con corti interne deliziose: di seguito le foto dei luoghi che ci hanno attratto particolarmente, come la presenza di tanto verde nei piccoli cortili delle abitazioni adibite a negozi e bistrot.
Ma il tempo non dico che vola ma quasi… e dobbiamo andare a vedere la prima delle tante realizzazioni di quel genio che è stato l’eclettico artista multidisciplinare Cèsar Manrique, ovvero il “Jardìn de Cactus” da lui progettato. Chi era Manrique lo scopriremo domani visitando la sua spettacolare residenza oggi sede della fondazione che porta il suo nome.
Mangiamo un panino al volo e riprendiamo l’auto e seguiamo le indicazioni per raggiungere questo straordinario luogo. Ma percorrendo questa “carrettera” in mezzo alle distese di lava la nostra curiosità viene attratta da una strana forma che vediamo da lontano avvicinarsi e poi materializzarsi a fianco a noi… rocce affioranti come sculture dominano tutto un vallone tra immense distese di terra nera, grigia e rossastra. Ci fermiamo stupefatti come tanti altri a visitare la “Ciudad Estratificada”… percorrendo questi sentieri sul nulla si ha l’impressione di stare su altri pianeti, ma rimaniamo semplicemente sbalorditi di tanta bellezza geologica.
Che spettacolo è la natura ! E che gran rispetto che c’è qui per questi luoghi !!
Un grande Corvo imperiale sub.canariensis nero come la lava sembra salutarci planando con la sua immensa mole su di uno delle colonne di questa formazione geologica.
Dopo questo pieno di energia che trasmettono questi ambienti di immensa bellezza naturalistica vediamo cosa invece l’uomo è riuscito a realizzare con il suo estro e la sua capacità di modifica degli ambienti naturali.
Da li a poco infatti, riprendendo la carrettera che ci porta verso il villaggio di Guatiza, poco dopo una grande spianata sotto il versante ovest di un cono vulcanico, la Montaña de las Pinedas ecco il Jardin de Cactus, l’ultima opera realizzata da Manrique.
Arrivando sul piazzale si viene accolti da un pacciano enorme cactus di plastica all’ingresso della struttura, che di sicuro meriterebbe qualcosa di meno invasivo e più naturale… magari una di quelle opere che ad ogni rotonda delle varie “carrettere” sono piazzate, tutte delle belle installazioni ispirate al genio di Manrique… questo strano “cactus da selfie” non se lo meritava proprio il grande César…
Meglio passare oltre e visitare questo gioiello botanico… l’entrata, a pagamento, tutta giustificata, è subito di impatto.
Era una cava di pietra che Manrique ha trasformato in un giardino di piante succulente, con 1500 specie, oltre 4500 piante di cactus… con un mulino sulla collinetta e tutti i vari sentieri con aiuole riempite di sassolini di pietra lavica… un vero gioiello, un luogo unico al mondo, un museo vivo, fatto dalla natura e dall’ingegno di questo cittadino lanzaroteño.
Le immagini trasformate in video dicono tutto… l’ultima foto una sorpresa… ma che ci fa un… qui ? Bè il suo secondo nome scientifico lo giustifica !! Buona visione !
Nelle vicinanze c’è un altro luogo molto conosciuto che comunque non abbiamo visitato che si chiama “Jameos del Agua”, un grande antro sotterraneo prodotto da una grande colata lavica, trasformato dall’uomo in una piscina e un ristorante… bello da vedere (forse) ma è troppo anche per un ambientalista tollerante come il sottoscritto.
Non si può avere la perfezione… però il logo è bello e l’ho fotografato !
Quindi preferiamo non regalare ben 15 euro a persona per vedere una cementificazione di un ingrottamento naturale, anche se di rilevanza turistica, ma preferiamo visitare a monte (stesso tunnel lavico) la Cueva de los Verdes fra qualche giorno, con più tempo a disposizione. Lì almeno hanno rispettato la naturalità dei luoghi.
INFO: CACT LANZAROTE
Così finisce il nostro primo giorno di visite a Lanzarote… con un fritto di pesce fresco acquistato al mercato nei pressi di Arrecife e cucinato in appartamento… a domani con altre scoperte e altri luoghi incredibilmente unici !