Siamo al terzo giorno sull’Isola di Lanzarote e oggi, martedì 10 dicembre, il meteo è un po’ variabile: un vento fresco e nubi intense ci fanno pensare che oggi non è cosa di allontanarsi molto.
L’augurio è che non sia l’inizio dell’arrivo della “Calima”, questo vento africano tanto fastidioso quanto pesante da tutti i punti di vista, certo non è periodo ma con i cambiamenti climatici potrebbe anche verificarsi adesso.
Incrociamo le dita e andiamo lo stesso, preferiamo sfruttare questo clima incerto per visitare i luoghi più turistici, quindi la capitale, Arrecife e Playa Blanca, a sud dell’isola. Restare in casa sarebbe stato un vero peccato.
Prendiamo la LZ2 direzione Costa Teguise e usciamo all’ultima rotatoria per Arrecife. Come tutte le periferie dei capoluoghi anche qui centri commerciali, grandi magazzini, zone industriali e portuali. Il primo luogo che vogliamo visitare è il Castillo de San Josè ma apre alle 11 e sono le 10. Con sorpresa, ma alla fine non più di tanto dato che anche Lanzarote fa parte del mondo globalizzato, vediamo il magazzino dell’IKEA e per far passare quest’ora ci facciamo un giro anche per proteggerci del vento fresco che continuava a insistere più intensamente. Il magazzino è praticamente uguale a quello di qualsiasi altro posto al mondo e dopo aver fatto un breve giro, fattosi l’orario andiamo al Castillo.
E’ un grazioso maniero, piccolo, anche questo “ritoccato” da Manrique che vi ha realizzato un tunnel sotterraneo che porta a un ristorante incastonato nella roccia. Fu realizzato dagli spagnoli in contrapposizione all’altro Castillo de San Gabriel che visiteremo dopo.
E’ a pagamento, le sale sono adibite a Museo d’Arte Contemporanea e sono esposte belle sculture e quadri anche di Manrique. Saliamo al terrazzo per dare un’occhiata da sopra, e la vista spazia su tutta l’area portuale di Arrecife, navi da crociera si alternano a grandi navi da trasporto merci o petroliere di una certa stazza, il porto sembra molto animato. Poi scendiamo giù al bar ristorante attraverso la bella scala a chiocciola e il passiamo dal camminamento fatto da Manrique e ci godiamo la vista davanti a un caffè di sufficiente qualità.
Ripresa l’auto ci rechiamo verso il centro storico cittadino. Lasciamo la stessa in un parcheggio sotterraneo a due passi dalla Calle Leòn y Castillo, la via principale del centro cittadino, che percorriamo tutta, quindi ci perdiamo per le viuzze più o meno attraenti del centro di Arrecife fino a Plaza de las Palmas con la Iglesia de San Ginés e al Charco de San Ginés, questo porticciolo interno formato da una laguna naturale che separa la zona portuale al Castillo di San Gabriél che andiamo a visitare, attraversando un suggestivo ponte levatoio.
Delle simpaticissime guide ci fanno attendere all’esterno e intrattengono i turisti raccontando la storia di questo maniero che contiene un museo storico e antropologico di Lanzarote e Arrecife. Qui viene chiesto solo un piccolo contributo libero per accedere perchè probabilmente è gestito da una associazione locale.
Uscendo la passeggiata è distratta dalle vetrine di negozi più o meno turistici e il lungomare è addobbato alle feste natalizie, un gazebo attira la nostra attenzione… dentro è allestito un grande presepe scenograficamente ambientato a Lanzarote, difatti sono presenti tutti i riferimenti turistici della bella isola canaria. Stasera ne vedremo uno ancora più suggestivo in un villaggio di passaggio al ritorno dalle Saline… ma lo descriverò dopo !
Dopo questa full-immersion cittadina decidiamo di andare via anche perchè non ci siamo accorti che le ore passano e l’obiettivo è raggiungere Playa Blanca… un po’ di strada ci attende, quindi in auto e via ! Il meteo sembra un po’ migliorato. Il ventaccio di stamane è meno fastidioso e tende a calmarsi. Meglio !
Passiamo da Matagorda, mangiamo una cosa in appartamento e poi di nuovo via in auto verso Playa Blanca… ma per fare un tragitto diverso passiamo da Puerto del Carmen, un borgo turistico praticamente attaccato a Matagorda e ci ripromettiamo di ritornarci a visitarla meglio nei prossimi giorni.
Riprendiamo le “carrettere” immacolate che ci portano verso la LZ2, dove andiamo in direzione di Playa Blanca poi all’ennesima rotonda per Femés, che è un villaggio al valico di un complesso montuoso, Los Ajaches che dal versante opposto degrada buttandosi a picco sul mare.
Tutto in questa zona è completamente selvaggio, ambienti e panorami mozzafiato ci accompagnano per 5 km circa di discesa fino a Playa Blanca. Qui troviamo un borgo tutto finalizzato al settore turistico con complessi alberghieri enormi e interi quartieri dedicati alla ricettività. Parcheggiamo vicino la Avenida Maritima, in pratica il lungomare, dove si affacciano tutti i ristorantini e pub prospicienti la costa facendo da limite con l’antico villaggio che doveva essere stupendo con poche abitazioni tipiche di un borgo di pescatori di cui ormai si sono perse le tracce.
La passeggiata è piacevole, arriviamo alla bella spiaggia incastonata tra gli scogli, non grandissima ma molto bella perchè sembra un palcoscenico naturale ad anfiteatro sul mare. Un gruppo di italiani riconosce il nostro accento siculo e scambiamo due risate… ci faranno anche una simpatica foto ricordo !
Ci fermiamo, girovaghiamo tra le stradine e le casette ben ristrutturate, facciamo qualche acquisto di souvenir e poi rientriamo alla macchina dalla strada retrostante, meno frequentata perchè le attività sono quasi tutte chiuse. A quanto pare qui il periodo della pandemia ha fatto parecchi danni economici.
Un via vai di catamarani ci fa capire che da qui si raggiunge facilmente Fuerteventura, l’altra grande isola dell’arcipelago.
Presa l’auto, prima di ritornare indietro stavolta dalla carrettera principale, quindi via Yaiza e non via Femès, avevo intenzione di salire sulla rocca vulcanica che termina il promontorio ovvero la Montana Roja ma arrivati al limite del sentiero è vietato parcheggiare se non molto lontano costringendomi a fare qualche km di asfalto prima di intraprendere il sentiero escursionistico quindi, visti i tempi e anche il panorama decido di rinunciare e propendere per effettuare una capatina alla Laguna de Janubio dove, mi hanno segnalato, insiste una vecchia Salina e un ristorante dove fanno una buona Paella e allora… via a conoscere questo Mirador Salinas de Janubio !
Presa la strada per Yaiza in località La Hoya usciamo all’ennesima grande rotatoria (fatta due volte perchè se qui sbagli uscita la paghi cara facendoti km per fare inversione…).
E qui facciamo una puntatina al Mirador, questo ristorantino elegante con le finestre rivolte sul panorama straordinario delle Saline. Sono le 18… prenotiamo per le 20 e a questo punto noto nella mia App Locus Maps che poco più avanti c’è un altro punto panoramico che si affaccia sulla Laguna de Janubio… siamo in mezzo al fiume lavico che arriva dal Timanfaya. Qui le colate sono arrivare al mare e vi sono formazioni geologiche incredibili e uniche. La laguna è una depressione formatasi proprio a seguito delle colate e le saline sono più interne dove tra il calore della terra lavica e il prosciugarsi al sole agevolano i depositi di sale. Il metodo è molto diverso dalle nostre saline. L’acqua la pompano verso le vasche mentre da noi in Sicilia aprono le chiuse naturali per far arrivare l’acqua del mare alle vasche.
C’è vento fresco, siamo al tramonto ma riesco ad arrivare al limite perchè, essendo zona protetta, sulla laguna non si può accedere. Mi godo questi momenti di tranquillità tra lo scroscio del mare sul reef vulcanico e la tranquillità della laguna, si sentono i canti in lontananza di uccelli limicoli distanti da me e penso che sono fortunato a godermi questo luogo in quel momento da solo… in un punto unico di questo nostra meraviglioso pianeta, accarezzato e inumidito dalla brezza dell’Atlantico.
Sono le 20… andiamo a goderci questa paella… che si rivelerà ottima. Personale simpatico, chef italiano… prezzi ottimi.
Uscendo riprendiamo la strada verso Yaiza e qui veniamo attratti da una installazione realizzata nella bella piazzola centrale dove insiste un piccolo parco urbano.
Scendiamo, facciamo 2 passi… c’è una coro natalizio che proviene dalla vicina struttura della comunità aperta, entriamo, sbirciamo il bel patio e poi fuori la piazzola ci fermiamo a bere una birretta godendoci un presepe che ci rimarrà nella memoria per sempre… addirittura qui c’è il Timanfaya in eruzione... !
E’ proprio un bel paesino Yaiza che nulla ha a che fare con Playa Blanca e che ha mantenuto il carattere tipico canario. Bravi rimanete così finché potete !
Nella strada di ritorno a Matagorda al nostro appartamento facciamo delle considerazioni sulla giornata trascorsa e su questi luoghi che ci rimarranno nel cuore.