L’area del SIC comprende l’Isola Grande dello Stagnone, oltre a quelle di Santa Maria e di San Pantaleo (Mozia), le quali si ergono nell’ampia laguna prospiciente la costa di Marsala.
Tale area si estende per complessivi 636 ettari; è amministrativamente inclusa nel territorio comunale di Marsala, ma di proprietà privata.
E’ ANCHE UNA RISERVA NATURALE ORIENTATA IN GESTIONE ALLA EX PROVINCIA DI TRAPANI
CODICE SIC: ITA010001 – DM 31/03/2017 – G.U. 93 del 21-4-2017
La morfologia delle varie isole dello Stagnone è prevalentemente caratterizzata da affioramenti alluvionali di tipo argilloso-marnoso, alteratissimi e ad elevato contenuto di masserelle calcaree, botrioidali secondarie, nonché di ciottoli di varia natura.
Dai dati termopluviometrici delle stazioni di Trapani e Marsala risultano precipitazioni medie annue comprese fra i 483 ed i 500 mm, mentre le temperature medie superano i 21°C; sulla base della classificazione bioclimatica di Rivas-Martinez, il territorio rientra nel termomediterraneo inferiore secco inferiore.
L’area marina antistante la bocca nord dello Stagnone è quasi interamente occupata una rigogliosa prateria di Posidonia oceanica, che si estende da pochi cm di profondità fino a circa 5 metri: essa fa parte dell’immensa prateria che a partire da Capo Feto si estende fino alle coste di Trapani, comprendendo i fondali delle isole Egadi, con l’esclusione di Marettimo.
All’interno della zona lagunare, fra l’Isola Grande e Santa Maria e La Scuola, la prateria assume una particolare struttura, la cosiddetta “formazione ad atollo”, disposta in maniera quasi perfettamente circolare e di dimensioni variabili.
Fra Punta dell’Alga e l’isola Grande la prateria forma il cosiddetto “plateau recifale”; le basse profondità tipiche dell’interno dello Stagnone permettono l’emersione delle foglie durante la bassa marea, per cui l’insieme di queste formazioni tipiche possono essere riassunte come “formazioni recifali”.
La parte più interna dello Stagnone è invece quasi interamente ricoperta da un popolamento misto a Caulerpa prolifera e Cymodocea nodosa, appartenente alla biocenosi SVMC (Sabbie infangate in moda calma): al suo interno è presente anche la fanerogama Nanozostera noltii, oltre ad una moltitudine di specie di invertebrati bentonici (Poriferi, Cnidari, Molluschi, Anellidi Policheti, Crostacei, Echinodermi, ecc.).
Rimarchevole è la presenza di forme aegagropile di specie algali, come Rytiphlaea tinctoria e Lithothamnion sp.: queste specie bentopleustofite vengono trascinate sul fondo dalla corrente e il lento rotolamento ne causa l’accrescimento a forma sferica, molto caratteristico.La grande biodiversità segnalata in quest’ambiente ne fa un’area di nursery e di alimentazione per moltissime specie ittiche, che qui trovano l’ambiente ideale per la riproduzione e per l’accrescimento dei giovanili di numerose specie di Sparidi, Mugilidi, ecc.
L’area dello Stagnone presenta un’importanza notevolissima, sia dal punto di vista paesaggistico che biologico-ambientale.
Il sistema delle saline e le aree più o meno depresse ospitano un’insieme di comunità vegetali a carattere alofitico e subalofilo, caratterizzate da entità alquanto specializzate a rare in Sicilia, anche in funzione della peculiarità dell’habitat, oltre che dalla stessa regressione nel territorio regionale. Numerose sono le specie della flora vascolare che figurano in liste rosse (CONTI, MANZI & PEDROTTI, 1992).
Particolare interesse riveste altresì la presenza di varie entità della flora briologica.
Nel 1980 l’area è stata dichiarata di elevato valore ornitologico a livello internazionale venendo inserita in un apposito “inventario”. Nel 1989, assieme alle saline di Trapani, essa è stata inserita nell’elenco delle aree di particolare importanza ornitologica in Europa.
Numerose le specie di insetti endemici o rari alcuni dei quali trovano nell’area dello Stagnone l’unica stazione di presenza in Italia (es. Teia dubia).
La presenza delle formazioni recifali di Posidonia oceanica, oltre all’importanza come nursery area per le specie ittiche, completano le peculiarità di quest’ambiente, che più di qualsiasi altro ha mantenuto un equilibrio fra le millenarie attività umane (pesca, acquacoltura e salicoltura) e le sue caratteristiche naturalistiche ed ecologiche.
All’interno della prateria di Posidonia oceanica è presente il Mollusco Pinna nobilis, il più grande Bivalve presente nel Mediterraneo e inserito nell’ All. 4 della Direttiva Habitat.
L’area marina è segnalata come elettiva per i processi di speciazione di taxa marini.
Sono state rinvenute 2 specie di Osteitti: Opeatogenys gracilis e Syngnathus abaster.
L’escursione che propongo: